MOSTRA DI SANDRO TROTTI E 4 INCISORI DELL’ASSOCIAZIONE DELLA LUNA
Come noto, il Cesma — Centro Studi Marche — nasce con l’obiettivo di far conoscere, in Italia, in Europa e nel mondo, le eccellenze della Regione Marche, siano essere relative all’arte (intesa in senso ampio), sia esse relative ad esempi di successo di imprenditoria italiana. Malgrado il contesto socio-economico poco favorevole degli ultimi due anni, il CeSMa non si ferma e prosegue con passione la sua attività!
Lo scorso 23 novembre a Stoccarda, abbiamo realizzato il nostro nuovo progetto: una mostra per illustrare, valorizzare e condividere le eccellenze nell’arte della Regione Marche.
In totale, la Mostra “La trottola del mondo“ dell’artista Sandro Trotti e quella dei 4 incisori e fondatori dell’Associazione della Luna, Sandro Pazzi, Athos Sanchini, Alfredo Bartomeoli, Sandro Trotti, ha esposto 40 opere.
L’evento ribadisce la forte partnership e l’alleanza concreta, a favore della cultura, tra uno dei lander più ricchi e sviluppati della Germania e la Regione Marche.
La mostra si inserisce in un progetto più ampio con l’Istituto di Cultura di Stoccarda che mira da anni a focalizzare l’attenzione del proprio pubblico sulle eccellenze, in disparati ambiti, delle diverse regioni italiane.
È stato un grande onore essere ospitati nell’Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda e nei prestigiosi locali del Rathaus (Municipio) del capoluogo svevo.
Desidero ringraziare il Direttore dell’Istituto di Cultura Prof. Giuseppe Restuccia, la D.ssa Cristina Rizzotti, gli artisti Sandro Trotti e Sandro Pazzi, il dirigente dell’Area Promozione Culturale Ministero Affari Esteri Dott. Paolo Sabbatini ed un marchigiano a Stoccarda, già presidente dell’AMEG (Associazione dei Marchigiani Emigrati in Germania) Mario Gattari.
Come sempre, torniamo a casa con un bagaglio culturale più ricco, un’accresciuta creatività e una grande voglia di ideare, presto, un nuovo progetto!
Il Direttore del Centro Studi Marche Pina Gentili
La Collezione di Umberto Antonelli racconta della necessità di questi ultimi stimoli, dell’ossigenazione che viene dalla frequentazione con gli ambienti creativi, dove la realtà è continuamente scavalcata dall’immaginazione in un processo senza soluzione di continuità e in perenne movimento, spontaneamente sospinto dall’energia viva dell’innovazione. Si tratta naturalmente di un collezionismo nato da esigenze interiori, non orientato da spunti di militanza critica e culturale, ma innestatosi e mantenuto vivo da un tessuto di rapporti, visioni e condivisioni. Ogni opera documenta infatti un passaggio saliente nella rete di relazioni con radici territoriali, dunque una testimonianza viva di affezioni ed investimenti emozionali profusi nell’oggetto artistico, un piacere derivato dal suo possesso e dal suo godimento che fa di queste opere oggetti speciali di un’intima affezione.
Paola Ballesi
Umberto Antonelli, ho avuto il piacere di conoscerlo e frequentarlo ed ho compreso da subito di avere incontrato un uomo proiettato verso nuove sfide, che investe in ambiti inusuali, che non perde mai di vista i valori della tradizione e della tutela del territorio. Una persona impegnata nella vita sociale e culturale delle Marche e attiva per il suo sviluppo.
È un’elegante rappresentazione dello spirito e dell’orgoglio marchigiano, con la sua operosità unita alle sue abitudini e ai suoi modi di vivere il territorio, lo distinguono per l’energia e per l’amore che impiega per valorizzare le potenzialità della nostra regione a 360 gradi.
Appaga la passione di collezionista da sempre acquistando opere d’arte di prestigio per goderle nella propria casa con la sua famiglia e i suoi amici.
Pina Gentili
Politeama di Tolentino la mostra “Segni di Luce” dedicata all’opera di Paolo Gubinelli. L’esposizione è curata da Paola Ballesi ed è organizzata in collaborazione con CeSMa Centro Studi Marche. La carta come mezzo congeniale di espressione artistica, essa è per Paolo Gubinelli la superficie ideale, lo spazio più ricettivo, il campo di battaglia e la materia più duttile per un corpo a corpo con il linguaggio espressivo. Carta piegata, incisa, tagliata, segnata, disegnata, colorata, graffiata, piagata, illuminata, oscurata, ombrata. È con essa – spiega Paola Ballesi – che l’artista gioca una partita lunga una vita perché c’è in palio il trofeo dell’immaginazione creativa che sfonda il muro della consuetudine e dell’acquietamento nell’abitudine per liberare il propellente energetico fatto di segni e significati, sogni e costrutti, le impalcature culturali che muovono il mondo. La carta è infatti nel DNA dell’artista, e non poteva essere altrimenti, nato a Matelica la città che, insieme a Pioraco, fa parte del più importante distretto della carta dell’Italia centrale il cui storico centro nevralgico è la più famosa Fabriano. Dunque fin dagli esordi nella seconda metà degli anni ’60, Paolo Gubinelli, imposta la sua ricerca facendola virare dal più tradizionale supporto della tela al materiale cartaceo che sente congeniale ed adatto per approfondite indagini sulle incidenze della luce nelle sue infinite varianti e sull’articolazione dello spazio nelle sue molteplici relazioni strutturali. Paolo Gubinelli scopre giovanissimo l’importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca. Nella sua attività artistica è andato molto presto maturando, dopo esperienze pittoriche su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, un vivo interesse per la “carta”: in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola manualmente lungo le incisioni. In un secondo momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta trasparente, sempre incisa e piegata; o in fogli, che vengono disposti nell’ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni ai limiti della percezione diventano i segni di una poesia non verbale. Nella più recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, il segno geometrico, con il rigore costruttivo, viene abbandonato per una espressione più libera che traduce, attraverso l’uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili, il libero imprevedibile moto della coscienza, in una interpretazione tutta lirico musicale. Oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni e di gesti acquerellati acquistando una più intima densità di significati. Ha eseguito opere su carta, libri d’artista, su tela, ceramica, vetro con segni incisi e in rilievo in uno spazio lirico-poetico.
All’inaugurazione della mostra, oltre all’artista Paolo Gubinelli e alla curatrice Paola Ballesi, sono intervenuti il Presidente del CeSMa Franco Moschini, la Presidente Emerita del CeSMa Rosanna Vaudetti e la Direttrice del CeSMa Pina Gentili. Prof.ssa Paola Ballesi